top of page

UN'EMOZIONE SEMPRE DIVERSA...

Cari lettori,

eccomi qui a raccontarvi qualcosa sulle uscite musicali, a cui ho partecipato, proposte e organizzate dalla nostra professoressa Bergamaschi. Per me è diventata una vera e propria passione ascoltare la musica che, senza usare parole, ci trasmette emozioni e a volte ci racconta parte della vita dei suoi compositori. Tra le sinfonie che finora ho ascoltato una di quelle che mi ha colpita e “catturata” è stata quella di Sergej Rachmaninov: Concerto per pianoforte n. 3 in re minore op.30.

Questo concerto è stato presentato dalla filarmonica Arturo Toscanini, di Parma, il 24 febbraio scorso. A dirigere l’orchestra era il Direttore Alpesh Chauhan ed al pianoforte c’era il Maestro Enrico Pace. Il direttore d’orchestra è un giovane inglese che ha raggiunto, per la sua bravura, velocemente un grande riconoscimento internazionale ed è, dal 2017, il direttore principale della filarmonica Arturo Toscanini. Il pianista, invece, è di origini italiane, nato a Rimini, ed ha studiato al conservatorio di Pesaro diplomandosi sia in composizione che in direzione d’orchestra. La sua carriera lo ha portato ad esibirsi in tutta Europa in rinomate sale da concerto e teatri, per citarne una tutta italiana la Scala di Milano. E’ apprezzato come solista ma anche in collaborazione con orchestre molto importanti.

Durante la sua esibizione, a Parma, mi ha stupita una cosa che avevo già notato durante un altro concerto dove, allora, era protagonista una violinista: entrambi non avevano sotto i loro occhi nessun spartito. Sapevano a memoria ogni nota, pausa o ritmo che dovevano suonare. Non so come loro ci riescano ma è stato spettacolare vedere le sue mani che, perfettamente sincronizzate, correvano veloci sul pianoforte senza mai fermarsi o esitare qualche attimo prima di premere su un tasto. Sembrava quasi che tutto il suo corpo si muovesse al suono della musica che stava suonando.

E' stato Bravissimo!

Penso a quanto lavoro ed impegno ci sia dietro a un concerto, a quante prove si siano fatte per raggiungere la perfezione nell’esibizione. Ogni componente dell’orchestra, ad un solo cenno del direttore, sa quello che deve fare e il risultato finale è veramente uno spettacolo. Consiglio a tutti di andare, almeno una volta, ad assistere ad un concerto sinfonico anche se siete convinti che non vi piacerà perché potreste stupirvi piacevolmente.

​

Alessandra Gazzi

bottom of page