UN TUFFO NELLA PREISTORIA
Finalmente è arrivato il tanto atteso giorno della gita al villaggio preistorico di Bovolone.
Il 7 maggio 2018 alle ore 8:00 con i miei amici della classe 3^ e le maestre siamo andati a Bovolone con il pullman guidato dall’autista Vincenzo.
Il viaggio è stato molto lungo e noioso, ma siamo arrivati a destinazione. Abbiamo incontrato la nostra guida Valeria e l’altra guida Alberto, che ci hanno portato in una stanza dove abbiamo appoggiato gli zaini ed mangiato la merenda.
Alberto ci ha portato nel bosco, dove abbiamo visto delle anatre, delle oche, dei cigni, delle pecore, degli asini e delle capre. Poi ci ha mostrato delle capanne e dentro c’erano tante cose preistoriche che ha costruito ed usato l’uomo sapiens.
Nella prima capanna abbiamo visto delle pelli di animali morti, il legno con cui erano fatte le capanne, il telaio con cui si fanno i vestiti, il focolare… Mi ha colpito che il tetto fosse fatto con canne e che bruciassero la parte dei pali conficcati nel terreno per renderli più durevoli ed immangiabili per gli insetti.
Nella seconda capanna invece c’erano due piani: al piano terra dormivano gli animali e al piano di sopra dormivano gli uomini, che salivano grazie a una scala preistorica fatta in legno e corda; sul pavimento c’erano tantissimi vasi e chi era ricco aveva una spada in bronzo, però la portava solo in giro e non la usava per combattere, perché poteva rompersi; chi invece non poteva permettersela aveva una lancia con la punta in selce.
Dopo essere usciti dalle capanne siamo tornati nella stanza dove avevamo lasciato gli zaini e abbiamo pranzato e poi giocato liberamente.
Nel pomeriggio Valeria ci ha fatto fare una venere e un cavallo con l’argilla. Quando abbiamo finito siamo andati nel bosco con Alberto e abbiamo imparato a tirare con l’arco. In quel gioco la mia squadra ha vinto la partita perché io ho colpito il palloncino che valeva dieci punti. A me questa gita è piaciuta perché:
ho vinto la partita, ho visto molti animali, ho fatto le statuette con l’argilla ed è stata la prima gita di quest’anno dove ho passato una giornata diversa dalle altre, tra la natura e la Preistoria.
Sofia Chizzoni
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Un passo indietro nel tempo
Finalmente è arrivato il tanto atteso giorno della gita al villaggio preistorico di Bovolone.
Lunedì 7 maggio alle 8:00, con le maestre, siamo partiti con il pullman. Il viaggio di andata è stato divertente perché abbiamo parlato e fatto battute, ma è stato un po’ lungo.
Quando siamo arrivati al villaggio preistorico la nostra guida Valeria ci ha accolto a braccia aperte e siccome pioveva ci ha accompagnati a fare merenda.
Qualche minuto dopo abbiamo conosciuto Alberto, l’altra guida, che ci ha mostrato due casette preistoriche. La prima era la riproduzione di una casa del Mesolitico ed era fatta con le pareti in legno e fango, mentre il tetto era con canne impermeabili. La seconda era la riproduzione di una casa dell’età del bronzo ed aveva un piano terra dove dormivano gli animali ed un primo piano dove dormiva l’uomo. Dopo la visita abbiamo dato il cibo alle capre, abbiamo pranzato al sacco e mentre alcuni di noi giocavano, altri compravano souvenir.
Al pomeriggio abbiamo costruito le veneri del Neolitico, che non rappresentavano donne prima del parto, ma donne anziane e per questo motivo erano più magre; erano il simbolo della sapienza. Abbiamo fatto anche un cavallino in argilla. Dopo questo laboratorio, Alberto ci ha parlato degli archi e ci ha detto che il miglior legno per costruirli è il tasso; ci ha spiegato che gli archeologi in diversi siti hanno avuto la fortuna di trovare archi della nostra misura e questo sta a significare che i bambini della Preistoria si allenavano a tirare con l’arco. Così anche noi abbiamo provato a tirare con l’arco e ci siamo divertiti.
Infine abbiamo salutato Alberto e Valeria e purtroppo siamo ripartiti per il ritorno. Durante il viaggio in pullman alcune mie compagne sono state male ed altri erano molto stanchi.
A me questa gita è piaciuta perché abbiamo scoperto tante cose sulla Preistoria, abbiamo usato un arco vero e siamo stati tutto il giorno all’aperto.
Federico Sanfelici