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SCRITTORI DI CLASSE

"Scrittori  di classe" : un concorso per sviluppare la scrittura collaborativa
Da metà ottobre a fine novembre le classi 1A e 2A della Scuola secondaria di 1° di Rivarolo Mantovano hanno partecipato al concorso " Scrittori di classe"  a cui hanno aderito 21.000 classi sparse in tutta Italia. Per scrivere, correggere ed inviare il testo  hanno impiegato più o meno un mese. 
L'argomento su cui si fondava la traccia era lo sport. In particolare bisognava scegliere all'interno di ogni classe quale sport approfondire.  

Ad ogni sport era legato un campione: Marco Belinelli per il basket, Gennaro Gattuso per il calcio, Vincenzo Nibali per il ciclismo, Fedederica Pellegrini per il nuoto, Flavia Pennetta per il tennis, Gianmarco Tamberi per l'atletica e Ivan Zaytsev per la pallavolo.  La classe seconda A ha scelto la traccia legata alla pallavolo mentre la prima A al calcio.
 

Le classi quindi dopo aver votato la traccia e lo sport preferito hanno iniziato a lavorare. Al racconto andava allegata anche una intervista con dieci domande per il campione collegato al testo. Inoltre ogni traccia è stata scritta da otto giornalisti italiani che oltre ad ispirarsi ad una vicenda sportiva si collegavano anche ad un" valore":  "il sacrificio" per il calcio,  "l'umiltà" per la pallavolo.
Dopo aver letto con attenzione lo spunto e aver compreso la trama, i personaggi, i tempi verbali utilizzati si è passati alla realizzazione della sceneggiatura. Tutto questo lavoro è stato svolto dall'intera classe con l'ausilio della LIM.
Poi le classi sono state suddivise in gruppi e il canovaccio è stato segmentato in parti: ogni gruppo, quindi, ha dovuto stendere un testo completo della sua porzione di racconto.  Alla fine tutto è stato ricomposto e corretto sempre in classe alla LIM.
I gruppi, dopo aver letto la biografia dello sportivo, hanno scelto delle domande per l'intervista che sono state selezionate con una votazione da parte di tutta la classe.  Ovviamente prima di partire è stato visionato un video che spiegava di cosa trattava il concorso e quali erano le diverse fasi per partecipare.

 

E per il titolo? Ogni alunno ne ha proposto uno ed anche questa lista è stata votata da tutti gli appartenenti alla classe fino ad arrivare ad una decisione condivisa dalla maggioranza. Il titolo del racconto della classe 1A è  " Con la volontà puoi fare quello che vuoi" mentre per la 2A è "Perdo, ma non mi arrendo".
Inoltre, i ragazzi hanno dovuto giudicare, secondo 10 parametri, tre racconti di altre classi. Da queste votazioni online poi è scaturita la classifica definitiva.
Abbiamo aspettato i risultati ma le classi partecipanti erano veramente tante !!! 
Gli otto  testi  che avranno ottenuto il punteggio maggiore  diventeranno libri  e le otto classi vincitrici parteciperanno  ad un incontro  a Milano con i loro idoli !

(Sintesi della  presentazione dell'attività realizzata dagli alunni di 1A)

Cosa ne pensiamo di questo concorso? Alcuni commenti dei ragazzi di 1A
"Lo scopo di questa attività è saper scrivere senza fare tanti errori di ortografia, mantenere lo stesso tempo verbale che si usa all'inizio di un testo  e seguire una traccia. Secondo noi serve per migliorare la scrittura perché abbiamo messo in evidenza gli errori di ortografia. A noi è piaciuto questo lavoro perché ognuno ha interagito nello scrivere il testo e poi ci siamo confrontati. " ( Anna, Giulia)

 

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"Questo lavoro è stato bellissimo , soprattutto lavorare a gruppi, perché da soli ti sembra di non avere opinioni e di essere in solitudine." ( Fade, Beatrice)

"Secondo noi questo lavoro è servito a migliorare la scrittura perché abbiamo capito quali sono i nostri errori più frequenti. Scrivere in gruppo però non ci è piaciuto particolarmente perché  parlavamo troppo e non sempre siamo riusciti a trovare un accordo". (Jacopo, Alessio)

"Questo lavoro a me non è piaciuto molto perché c'era troppo rumore, alcune persone non facevano niente o non collaboravano. È  successo anche che un gruppo ha dovuto rifare tutto il lavoro perché non aveva seguito la traccia." (Alessia)

" Per me è servito molto per migliorare la capacità di scrittura  e la riflessione perché lavorare in gruppo con quattro\cinque persone per creare un testo non è una cosa da nulla …. Il lavoro mi è piaciuto perché ero con un bel gruppo e abbiamo lavorato in armonia, inoltre si parlava di calcio: il mio sport preferito." (Alberto)

" Secondo noi lo scopo di questo lavoro è stato quello di stimolare la creatività e di lavorare seriamente. A noi questo lavoro è piaciuto molto perché è stato bello lavorare insieme e poi perché finalmente abbiamo fatto un lavoro dove la creatività e l'immaginazione erano indispensabili." (Lorenzo, Andrea)

Ed ecco uno dei racconti realizzati!
 La classe 2A ha scelto di sviluppare la traccia proposta nel concorso che aveva come sport di riferimento la pallavolo, come valore l'umiltà  e come atleta Ivan Zaytsev.

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TITOLO  Perdo ma non mi arrendo

Traccia


Ho 12 anni e in classifica non sono al secondo posto. Non sono nemmeno al terzo. Non assomiglio per niente a quel tipo in TV che riesce a schiacciare ogni pallone che tocca. È alto, biondo, persino bello: quasi perfetto! Forse è sempre stato così bravo, anche da piccolo.
Per me non è così. Già saltare e colpire la palla senza finire nella rete è un mezzo miracolo. Così come restare in campo per più di qualche punto durante una partita, prima che l’allenatrice mi rispedisca in panchina. Mi ricordo i primi allenamenti, quando in battuta la palla non arrivava neppure dall’altra parte della rete! Ma non ci devo pensare. Neanche se mi viene da piangere. Perché il bello della pallavolo è giocare con i miei amici e le mie amiche. Non devo per forza schiacciare più forte degli altri. E al prossimo allenamento, alla prossima partita sarà diverso. La prossima volta andrà meglio...

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Racconto

Ecco, la solita partita è arrivata. Sono le 9:00 di domenica, e dobbiamo giocare in trasferta contro il Cremona, una squadra molto forte. Io gioco nella Rivarolese e se vinceremo la partita ci qualificheremo per i quarti di finale. La palestra è enorme e con un campo sorprendentemente grande. Sul muro c’è un’immagine gigantesca che raffigura il marchio della Cremonese. Le tribune sono enormi e potrebbero ospitare più di 500 persone. Sto ripercorrendo con i ricordi le partite del mio idolo Ivan Zaytsev, quel campione che non avrebbe paura di entrare in campo, di essere deriso dai compagni di squadra e non si sottovaluterebbe mai come faccio io. Eccolo, il fischio dell’arbitro. Siamo fermi sul pareggio: un set a testa. Al terzo set l’allenatrice mi fa entrare. Siamo al Tie Break, fermi sul 13 a 13. Vera mi sbeffeggia:" Non so perché l’allenatrice ti ha fatto entrare in un momento così cruciale, ma una cosa è certa: sei uno scarsone !”. Tocca a me battere. Sono concentratissimo. Faccio un profondo respiro e ci provo. La palla per poco non finisce in rete, ma la supera! Dentro di me esulto come se avessi già vinto la partita, ma la mia felicità ha vita breve. Il numero 9 della squadra avversaria, con una schiacciata sensazionale, penetra nella nostra difesa facendo punto. La partita finisce con la nostra sconfitta. Ho paura di entrare negli spogliatoi, dove i miei compagni mi attendono, furenti. So che sarò umiliato da tutti. A fine partita siamo tutti sudati e abbattuti, ci andiamo a cambiare negli spogliatoi, qui penso alla partita andata male e alle discussioni su di chi sia la colpa. In un angolo sento delle ragazze che parlano male di tutti ma specialmente di me: sono Vera e Sara; brave, ma troppo vanitose. Le uniche emozioni che provano sono il disgusto e il senso di superiorità. L’ambiente si sta facendo molto teso e non mi sento molto in pace con me stesso: è colpa mia o degli altri? Mentre mi allontano dallo spogliatoio verso casa penso se lasciare la pallavolo oppure continuare. Arrivato ne parlo con i miei genitori. Mia mamma mi chiede: “Come è andata, tesoro?” Io rispondo: “Non tanto bene tutti mi prendono in giro, non so se abbandonare o continuare ." Papà: “ Non so cosa dirti: fai quello che ti senti.” Mamma prosegue: “Segui il tuo cuore tesoro”. Io rispondo: “Okay, mamma vado in camera mia a rifletterci un po’: dopo guardiamo la partita insieme?” Mamma acconsente: ”Certo.” Papà afferma: “Oggi gioca Ivan Zaytsev e sarà una partita da paura.”
Vado in camera passando dal corridoio dove sono appese le foto del mio idolo e di me che gioco a pallavolo, entro nella mia camera e penso. Penso, mentre mi tuffo nel letto, alla partita di oggi e a che cosa ho sbagliato per essere così odiato. Cosa posso fare? Osservare le tecniche degli altri ? Sarà meglio che mi riposi guardando una partita con i miei genitori. Il risultato della partita è 3 set su 5. il pubblico esulta con schiamazzi per la vittoria. I giornalisti decidono d’intervistare il campione Ivan Zaytsev, lui emozionato risponde con questa bellissima e strepitosa frase: “Grazie all’umiltà e all’allenamento costante si possono raggiungere traguardi significativi che portano il gruppo alla vittoria ”. Io prendo subito il mio quaderno dove scrivo le frasi del mio idolo. I giornalisti presentano poi il concorso legato alla sua autobiografia: chi troverà il biglietto d’oro a forma di un pallone da pallavolo vincerà un incontro con Ivan e lo potrà intervistare. Io, emozionato dall’idea, chiedo subito ai miei genitori il giorno dopo di poter andare in libreria a comprare l’autobiografia del mio grande idolo. Per fortuna mi dicono di sì !!! Il giorno successivo, corro subito in libreria, la compro e decido, però, di leggerla a casa. Mi chiudo in camera e soltanto nel primo pomeriggio la finisco. Nell’ultima pagina vedo la busta, subito l’apro e trovo il biglietto d’oro a forma di pallone da pallavolo! Dalla gioia corro subito dai miei genitori e do la bellissima notizia, ma chiedo loro di non dirlo a nessuno.
Il giorno dopo propongo a mio padre di aiutarmi a inviare per posta elettronica il biglietto del concorso. Vado agli allenamenti del mercoledì come se niente fosse. In quel preciso istante sento che negli spogliatoi i miei compagni discutono del concorso e di chi potrebbe essere il vincitore ma io faccio finta di non essere interessato e continuo a pensare a che domande potrei fare nell'intervista ... Prima che inizi l’allenamento decido di andare a parlare con l’allenatrice: “Scusi potremmo parlare dei problemi della squadra?" ”Certo”, lei mi risponde. Io continuo: “Secondo me non vinciamo perché non comunichiamo tra di noi in campo, anzi discutiamo su chi è più bravo e alcune compagne continuano a prendermi in giro per le mie schiacciate.” L’allenatrice: ”Ci penserò io stai tranquillo, però tu lavora sodo se vuoi diventare titolare”. Inizia l’allenamento, non con i soliti esercizi, ma con l’allenatrice che ci riunisce per parlarci : ”Non si può più perdere per i vostri continui litigi, dovete impegnarvi di più se volete arrivare alla vetta della classifica; quindi vi propongo di fare allenamenti extra, per chi desidera ovviamente “. Gli unici che si offrono naturalmente siamo io, Mirko e Viola e sapete perché dico naturalmente? Perché tutti i nostri compagni si credono i migliori, “campioni del mondo”. Mirko e Viola sono miei amici fin da quando eravamo piccoli e sono umili e disponibili.
Arriva il grande giorno: io potrò intervistare il mio idolo. Sono tra il pubblico con i miei genitori che mi hanno accompagnato agli studi televisivi di Milano nei quali viene registrato il programma sportivo . Il presentatore illustra il risultato del concorso :”Adesso è arrivato il momento di dire il vincitore. Chi ha trovato il biglietto d’oro che era contenuto nell’autobiografia di Ivan Zaytsev ? È Gianluca Marella!" Io mi alzo dalla poltrona felice e contento e pian piano vado sul palco e salgo con il mio foglio in mano pronto per l’intervista. Il mio idolo mi saluta e mi chiede di iniziare.
Prima di tutto chiedo : “ Hai iniziato a giocare da piccolo ?”e lui risponde:”Io sono figlio di un grande pallavolista russo, fin da piccolo ero appassionato della pallavolo, ho iniziato a giocare a sei anni .” Ho deciso di chiedere a Ivan come si trovava con i suoi compagni di squadra quando aveva la mia età. Ivan risponde: “ Un gruppo che vince si deve allenare costantemente per lo stesso scopo, con umiltà .” L’intervista è finita ma io ho ancora la possibilità di parlare con Ivan dietro le quinte per chiedergli l’autografo. Proprio in quel momento lui mi fa delle domande sulla squadra e io gli spiego i miei problemi. Ivan, oltre a darmi buoni consigli, mi promette che sarà presente all’ultima partita di campionato della Rivarolese . Che notizia eccezionale ! Nel prossimo allenamento dirò ai miei compagni quello che Ivan mi ha riferito. Ora sono in macchina con i miei genitori; mi stanno accompagnando a casa dopo una giornata passata agli studi televisivi di Milano. Questa giornata è volata come foglie nel vento autunnale e l’adrenalina è ancora attiva in me; l’eccitazione è identica a quando questa mattina, dopo una notte in bianco, stavo andando agli studi televisivi. Sembravo un bambino di 2 anni a cui hanno appena comprato un lecca-lecca. Ora la situazione è identica, solo che il bambino di 2 anni che c’è in me ha già finito il dolcetto e sta ripensando a quando lo stava mangiando. La tristezza si sta impossessando di me: avrei voluto che questa giornata non finisse mai, e invece era scorsa come un torrente di cui non si ha il controllo. Sono arrivato. Vado nella mia cameretta e mi abbandono nelle braccia di Morfeo. Il giorno dopo è arrivato. Mi alzo presto e mi preparo per andare a scuola. Nel pomeriggio, invece, vado agli allenamenti e appena entro tutta la mia squadra, comprese Vera e Sara, mi corre incontro e mi tempesta di domande. Non riesco più a respirare. Per fortuna che interviene l’allenatrice, dicendo: “Calma ragazzi, lasciatelo respirare. Immagino che ora Gianluca abbia qualcosa da dirvi." Io prendo la palla al balzo, dicendo: "Amici, passando una giornata con quello che per me è il più bravo giocatore di pallavolo del mondo, mi sono reso conto del fatto che nella nostra squadra non c’è amicizia né complicità tra i membri del gruppo. Vi propongo di fare più allenamenti per potenziare la resistenza della squadra. Quanto all'aspetto psicologico propongo di mettere da parte i rancori e ricominciare da capo”.
Vengo interrotto dalle grida approvanti dei miei compagni, che sarebbero diventati anche compagni di vita. A partire da quel momento facciamo allenamenti aggiuntivi e il clima migliora ad ogni incontro. Ci alleniamo e ci perfezioniamo sotto gli occhi agili di Martina, la nostra allenatrice. Non vengo più preso in giro. I miei migliori amici rimangono Mirko e Viola ma anche Sara e Vera scopro che non sono così male. C’è un clima di solidarietà ora nella squadra e dobbiamo impegnarci a mantenerlo tale.
Siamo al giorno della finale: ecco l'ultima partita del campionato tanto attesa. Ci sarà il mio idolo? La partita sarà la migliore della stagione, io mi sono perfezionato molto da quando c’è stata l’intervista a Ivan. L’atmosfera è piuttosto spenta ma … ad un certo punto dalla porta d’ingresso entra Ivan e tutto cambia. Tutti ci siamo messi d’impegno e abbiamo rimontato perché all’inizio stavamo sotto di qualche punto. Lui ci incoraggia durante i time out dicendoci che l’importante non è vincere ma divertirsi. Il campionato si conclude con la vittoria della mia squadra. Ed io ho fatto l’ultimo punto! Mirco, io, Viola e il resto della squadra siamo molto felici che Ivan sia venuto a vedere la nostra partita. Il nostro gruppo è finalmente unito e io, anche se continuo a essere uno delle riserve, so che il mio contributo è importante non solo come giocatore ma anche come supporto ai miei compagni e amici.

Dopo aver letto la biografia Ivan sono state predisposte le domande per l'intervista.

Come e quando ti è venuta la vocazione che il tuo destino sarebbe stato la pallavolo?
2. Come è nata questa passione?
3. Hai mai avuto un idolo sportivo da piccolo?
4. Per uno sportivo del tuo calibro gli allenamenti interferiscono sulla tua vita personale e viceversa?
5. Quando sbagli in partita come ti senti e come riesci a migliorare ogni volta?
6. In che partita hai fatto la schiacciata più veloce?
7. Ti è mai venuto un attacco d'ansia in campo?
8. Se dovessi descrivere la pallavolo con una sola parola quale sarebbe?
9. Perché hai scelto di giocare in Italia e non nel paese d'origine dei tuoi genitori, la Russia?

10. Per te che valore ha l'umiltà nello sport?

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Il punteggio medio che ha ottenuto questo racconto da parte della altre classi che lo hanno valutato? 8,1 !

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