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RINCORRERE UN SOGNO

È iniziato tutto un po’ come un gioco, ma non sapevo che dietro a questo semplice gioco ci fosse un "talento nascosto" in me.                                                                                            

È iniziato tutto dal giorno in cui la prof Barchetti ci ha convocati per andare alla piccola gara indoor a Sabbioneta.

Quando ci ha chiesto cosa volessimo fare come specialità in questa gara subito ho risposto velocità ma la prof mi ha detto che secondo lei ero più portata per la marcia.

Arrivò il giorno della gara a Sabbioneta: sopraffatta dall'emozione ero convinta di non arrivare neanche sul podio, ma iniziata la gara ho capito che ce l'avrei fatta. Tutte hanno iniziato a rallentare e io sicura di me le ho superate.

Sono arrivata prima, forse l'unica volta che ho vinto contando su di me, sapendo che non contava la posizione in cui sarei arrivata ma come sarei arrivata, ebbene sì, ero proprio soddisfatta di me. Pensando che non ci fossero più altre gare mi sono tranquillizzata, ma ancora una volta la prof mi ha fermata dicendo che ci avrebbe portato alle provinciali a Mantova. Subito ho avuto un attacco di panico perché sapevo che c' erano ragazze forti sia per fisicità che per forza di carattere, pronte a dare il meglio.

Ma non sapevano che cosa le aspettasse in gara. I metri da percorrere erano 1600, ovvero 4 giri della pista.

Appena partite ero tra le ultime ma poi ho capito che avevo ancora forze e tempo per recuperare e l'ho fatto.

Sono arrivata prima! ancora. Non ci potevo credere. Io che arrivo prima in una specialità mai provata fino a quel momento?! Era un sogno. Ma il gioco era appena iniziato.

Il regolamento diceva che i primi tre classificati nella marcia, specialità individuale, erano automaticamente selezionali per la fase regionale a Mariano Comense (CO).

Quindi il 15 maggio sono andata alla gara. Era il mio desiderio più grande ma una cosa mi spaventava: non poter avere con me i miei compagni a tifare, ma anche viaggiare sola e non poter parlare con qualcuno di conosciuto. Sono stata infatti affidata ad una professoressa di Mantova sul pullman che portava tutti gli atleti del Mantovano. Ma mi sbagliavo. Mentre arrivavamo a destinazione, ho conosciuto ragazze  stupende e divertentissime con cui ho scherzato e riso tutto il tempo.

Una volta arrivati, ecco  il momento tanto atteso: la partenza dei 2000 metri di marcia: ero in ansia, mi faceva male la pancia ed il ginocchio, avevo paura di non farcela, di non saper gestire il tempo e le energie.

Mi sono impegnata tantissimo per poter raggiungere almeno la decima posizione ma arrivata, la mia prof di riferimento mi disse che ero arrivata ottava.

Lì la mia gioia insieme anche alla mia stanchezza sprizzarono da tutti i pori. Ho fatto un tempo di 12 minuti e 45 secondi nei 2000 metri.

Forse è nata una nuova passione dentro di me.

Martina Sanni

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