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SOLO ET PENSOSO...

Solo et pensoso i piú deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.

5Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
10et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sí aspre vie né sí selvagge
cercar non so ch’Amor non venga sempre
ragionando con meco, et io co’llui.

COME PETRARCA…

Petrarca era un uomo molto triste, si sentiva solo e inappropriato perché Laura non lo voleva, per questo si sentiva sbagliato, voleva essere migliore ed essere accettato dagli altri, ma questo non accadeva e quindi preferiva fuggire. Per sfogarsi, andava dalla sua migliore amica, la natura, l’unica che lo ascoltasse e che non lo criticasse per quello che era, cose che secondo lui avrebbero fatti gli uomini. I suoi posti preferiti erano i più desolati, come la pianura, i campi, dove liberava tutto quello che aveva dentro, i suoi pensieri e le sue ragioni. Anche Spzilman, un uomo costretto a nascondersi a causa dei nazisti, era triste perché essendo Ebreo non poteva essere libero. Lui era criticato senza motivo, senza nemmeno conoscerlo, solo perché era di quella “razza”. Però Spzilman si comportava in modo diverso, preferiva sfogarsi quando aveva qualcuno che gli faceva compagnia, cosa che accadeva solo quando i suoi amici di nascosto gli portavano da mangiare e da bere. Quando guardava fuori dalla finestra inorridiva nel vedere Varsavia ormai irriconoscibile. Anche Dostoevskij in un certo senso si avvicina a Petrarca e Spzilman. Lui veniva da una famiglia ricca, che lo voleva militare mentre lui voleva fare letteratura. La famiglia lo costrinse ad iscriversi all’accademia militare di San Pietroburgo, dove studiò controvoglia. Per questo Dostoevskij non aveva la libertà di scelta ed era considerato dalla sua famiglia la “pecorella nera”. Tra questi personaggi io mi vedo particolarmente in due. Ho i sentimenti di Petrarca, quando so di aver fatto qualcosa di sbagliato, divento triste e angosciato. Ma agisco come Spzilman, preferisco sfogarmi con una persona che spesso sono i miei genitori o il mio migliore amico, ho bisogno di esternare i miei sentimenti, le mie paure e accetto quasi sempre i consigli che mi danno, che possono essere quelli di andarmi a scusare e di non farlo più, perché se la cosa fosse successa a me non mi sarebbe per niente piaciuto. Questo dimostra che ognuno è diverso, c’è chi preferisce stare solo a meditare come Petrarca, o chi come me ha bisogno di sfogarsi.

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Davide Bettoni

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