MANTOVA, GIOIELLO DA SCOPRIRE
Caro diario,
oggi ho ricevuto una notizia che mi ha sbalordito, ossia l’incarico da parte dell’Unesco di illustrare le bellezze, l’arte, la storia e le curiosità di Mantova a dei visitatori che in quanto Patrimonio Unesco, verranno a visitarla. In questa mia guida vorrei partire da ciò che è stata la mia uscita didattica con la scuola, da cui ho imparato veramente ad apprezzare questa città. Dal mio punto di vista Mantova è una città raffinata grazie ai Gonzaga che l’hanno governata e che hanno fatto costruire numerosi edifici, progettati e dipinti da molti artisti importanti. Mantova è stata costruita in tre diverse epoche, come testimoniavano le tre cerchie di mura edificate ad ogni ampliamento. Piazza Sordello ed il Duomo rientrano nella prima cerchia.
Qui c’era il punto più alto della città, risalente all’epoca degli Etruschi: mi ha colpito quanto piazza Sordello sia cambiata nel tempo, e questo gli studiosi lo hanno capito grazie al ritrovamento, dovuto a dei lavori, di un mosaico appartenente ad una domus romana e importato dall’Africa e di un muretto appartenente ad una chiesetta, ora custoditi in un museo situato nella piazza stessa. Di questa piazza bisogna sapere anche che si trova il punto di incontro tra il cardo, che è “bloccato” dal duomo, e il decumano. Anche il Duomo, situato nella stessa piazza, mi ha sorpreso, perché è stato costruito in tre epoche differenti (per primo il campanile, poi la chiesa stessa ed infine la facciata) e quindi di conseguenza anche i materiali che lo compongono sono diversi (marmo per la facciata, ed infine mattoni per la chiesa stessa ed il campanile), questo fa di esso una testimonianza del cambiamento di Mantova nel tempo.
Un’ altra piazza che mi ha colpito in modo non proprio positivo è stata piazza Broletto (appartenente alla seconda cerchia) in quanto qui venivano eseguite delle torture ai danni di persone che avevano commesso qualche crimine, questo mi ha un po’ sconvolto. All’ interno della seconda cerchia troviamo anche piazza delle Erbe, chiamata così perché al suo interno veniva fatto il mercato. Il modo con cui si stabilivano i prezzi delle merci era alquanto interessante, e soprattutto moderno: più il prodotto veniva da lontano più il suo prezzo aumentava.
Cari lettori, adesso vi illustrerò l’itinerario della vostra visita a Mantova, per ammirare al meglio le sue numerose opere d’arte.
Come prima tappa io mi soffermerei in piazza Sordello dove sarà possibile visitare il Duomo, Palazzo Ducale, la dimora dei Gonzaga dal 1328, il Palazzo Vescovile e il piccolo museo con i reperti di una domus romana. Di questa piazza bisogna sapere anche che si trova il punto di incontro tra il cardo, che è “bloccato” dal duomo, e il decumano.
Come seconda sosta mi fermerei sotto il voltone che stabiliva la fine della prima cerchia di mura e l’inizio della seconda; lì scorreva un fossato e accanto ad esso si svolgevano i macelli degli animali e li venivano gettati gli scarti.
Subito dopo si entra in piazza Broletto e all’interno di essa proprio accanto allo strumento di tortura c’era la masseria, cioè una specie di magazzino che conteneva le derrate alimentari, grandi quantità di cibo che nel momento del bisogno venivano distribuite al popolo, dal mio punto di vista questo è molto ingegnoso.
All’interno di piazza Broletto c’è anche una torre dove i prigionieri venivano rinchiusi finche non morivano di fame
oppure di freddo.
Tra piazza Broletto e piazza delle Erbe si trova il palazzo della Ragione, chiamato così perché al tempo dei Gonzaga veniva usato come tribunale per stabilire se l’imputato fosse colpevole oppure innocente.
Come terza tappa mi fermerei proprio tra queste due piazze, dove si trova una targa che indica il confine del mercato antico e poi mi dirigerei verso la magnifica la torre dell’Orologio, torre che ospita un sofisticato meccanismo che permetteva già a metà del XV secolo di conoscere ora, fasi lunari, tempi di semina e di raccolto, eclissi, congiunture astrali.
Al di fuori di piazza delle Erbe troviamo la cosiddetta “casa della seta”, che era la bottega e la casa del mercante Boniforte da Concorezzo, sulla cui facciata sono raffigurate tutte le merci che venivano vendute all’interno di essa.
Dopo un sguardo a questo straordinario documento di architettura tardomedievale, potrete proseguire verso Palazzo Te e ammirare la bellezza del Rio, un canale scavato all’interno della città per far sì che le imbarcazioni potessero passare, perché tra i laghi superiore e inferiore si trova un dislivello e quindi le barche non potevano passare; ora sopra il Rio son state costruite strade, case e degli edifici, non è più navigabile. Se come ho già avuto modo di dire piazza Sordello mi ha incantato per la sua ricchezza, ciò che non mi è piaciuto molto è stato il Rio, perché io non avrei costruito sopra degli edifici. Ma io non sono un Gonzaga…!
Caro Diario, a domani.
Tommaso Salami